Modena, una piccola Venezia
storia e curiosità di una città d’acqua
Modena, la conosciamo tutti per il suo Aceto Balsamico, per i motori Ferrari e per la Ghirlandina.
Ma sapevi che questa splendida città emiliana ha un passato strettamente legato all’acqua?
Prima che diventasse il centro urbano che ammiriamo oggi, Modena era attraversata da numerosi canali.
Sì, hai letto bene: Modena, una piccola Venezia!

(da: M. Favi, S. Villani e M. Dondi – Modena. Ciliegie all’aceto balsamico, di foto in foto, di storia in storia, fatti e misfatti in agrodolce, Modena, Edizioni Artestampa, 2007.)

(da La città che non si vede. Modena e l’acqua: sistema idraulico e fognario, a cura di Giovanni Bartoli, Comune di Modena, 2003)
Un passato acquatico
Le tracce di questo passato sono ancora visibili oggi. Molte vie del centro storico portano infatti il nome dell’antico canale che un tempo vi scorreva: Via Canalgrande, per esempio, era la via principale lungo il canale più grande della città.
Come Venezia, anche Modena era attraversata da canali che svolgevano un ruolo cruciale per l’economia, il commercio e la vita quotidiana.
La fitta rete di canali, alimentati dai fiumi Secchia e Panaro e da sorgenti sotterranee, permetteva il trasporto di merci e persone, l’irrigazione dei campi e l’alimentazione dei mulini.
Il canale Naviglio era la principale arteria di questa rete, collegando Modena al mare Adriatico tramite il fiume Panaro e il Po.
Un viaggio nel tempo attraverso i nomi delle strade
La memoria dei canali nella toponomastica di Modena
I toponimi delle strade di Modena conservano la memoria della fitta rete di canali che un tempo attraversava la città. Come si evince dalle fonti, molti nomi di vie e piazze richiamano direttamente la presenza di antichi corsi d’acqua:
- Corso Canalgrande: il nome indica chiaramente la presenza del canale più grande e importante della città, il Canale di San Pietro, che scorreva sotto questa strada.
- Corso Canalchiaro: il nome deriva dal fatto che le acque di questo canale erano le più pulite della città.
- Via Canalino: nei pressi del Mercato Albinelli, questa via ricorda un canale minore.
- Via Cerca: il toponimo indica il percorso del canale della Cerca.
- Via Modonella: la strada riprende il nome del canale Modonella.
- Via del Naviglio e via Attiraglio: situate nella periferia nord, queste strade ricordano il Canale Naviglio, via d’acqua che collegava Modena al mare, e il sistema di traino delle imbarcazioni lungo gli argini.
Oltre ai nomi che indicano direttamente i canali, altri toponimi suggeriscono la presenza di acqua in modo più indiretto:
- Via Fonteraso: il nome ricorda la presenza di una fonte d’acqua.
- Via Fonte d’Abisso: questa strada prende il nome dalla Fonte d’Abisso, un tempo alimentata da una sorgente sotterranea.
- Calle di Luca: il termine “calle”, usato nel medioevo, indica la presenza di acqua. In questa strada, nei pressi di Corso Canalchiaro, era presente un mulino.
- Via dei Tintori: situata vicino a via Canalino, questa strada ricorda la presenza di tintori, la cui attività era strettamente legata all’acqua.
La presenza di questi toponimi testimonia l’importanza che i canali hanno avuto nella storia di Modena, non solo come vie di trasporto, ma anche come elemento fondamentale del paesaggio urbano e della vita quotidiana. Anche se oggi i canali sono per la maggior parte coperti, la loro memoria sopravvive nei nomi delle strade, offrendo un’affascinante finestra sul passato della città.
La storia dei canali di Modena: da vie di trasporto a sistema fognario
La storia dei canali di Modena è una storia di trasformazione, che riflette l’evoluzione della città stessa. Da vie di trasporto vitali per l’economia e la cultura, i canali sono diventati, nel corso dei secoli, un elemento nascosto, ma fondamentale per il funzionamento della città moderna.
- L’epoca d’oro dei canali: Fino all’inizio del XX secolo, Modena era attraversata da una fitta rete di canali a cielo aperto, utilizzati per il trasporto di merci, persone e per alimentare mulini e opifici. Il Naviglio, canale navigabile che collegava Modena al mare Adriatico, era il fulcro di questo sistema. Attraverso il Naviglio giungevano a Modena merci provenienti da Venezia e dal Ferrarese, e la città poteva esportare i propri prodotti verso il mare. Lungo il Naviglio e i canali minori, sorgevano botteghe artigiane e attività produttive che sfruttavano l’energia idraulica e la facilità di trasporto.
- La copertura dei canali: Tra il XVII e il XVIII secolo, i canali del centro storico, che facevano assomigliare Modena a una piccola Venezia, furono progressivamente coperti per motivi igienico-sanitari. La copertura dei canali lasciò un’eredità tangibile nella struttura urbanistica della città: la fitta rete di portici che caratterizza ancora oggi il centro storico.
- I canali come sistema fognario: Nonostante la copertura, i canali hanno continuato a svolgere un ruolo fondamentale nella città, trasformandosi in un sistema fognario sotterraneo. Un reticolo di oltre 20 chilometri di canali coperti attraversa il sottosuolo di Modena, raccogliendo le acque reflue e meteoriche e convogliandole verso il canale Naviglio, e da lì al fiume Panaro. La Casa delle Acque, situata vicino all’attuale Accademia Militare, è il punto di confluenza di questi canali sotterranei.
- Sfide e soluzioni per il futuro: La gestione del sistema fognario sotterraneo di Modena presenta diverse sfide. L’espansione urbana e la crescente impermeabilizzazione dei suoli hanno aumentato il carico idraulico sulla rete, con il rischio di allagamenti in caso di forti piogge. Per questo, l’amministrazione comunale ha avviato negli ultimi decenni una serie di interventi per il miglioramento del sistema, come la costruzione di nuovi collettori e la separazione delle acque nere dalle acque meteoriche.
La storia dei canali di Modena è quindi una storia di adattamento continuo alle esigenze della città. Da vie di comunicazione a sistema fognario, i canali rappresentano un’infrastruttura fondamentale, anche se spesso invisibile, che ha contribuito a plasmare il volto di Modena nel corso dei secoli.
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